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venerdì 31 agosto 2012

Lettera aperta

Allora, questo è uno sfogo. Bello e buono.
...
Siete avvisati: non voglio nessuna critica all'esito della lettura del post. La premessa è di per sé più che eloquente!
Dunque, l'intera vicenda - per essere doverosamente inquadrata - necessita di un brevissimo cenno alla nostra vita sociale. Per nostra intendo la vita sociale della mia famigliola... Insomma, mia, di Marito e di PP...

Direi che la suddetta non è molto movimentata... Anzi non lo è per nulla. Causa lavoro frequentiamo poca gente: un paio di coppie con prole (nello specifico il mitico treenne Ivan che PP si ostina a chiamare Ivano, italianizzandone il nome e valorizzando la duplice nazionalità del medesimo, e la mitica duenne Eli che PP chiama, per l'appunto, Eli) che vivono a città piccola e un gruppetto eterogeneo composto da due ex compagni di liceo di marito di cui uno sposato con prole e di cui uno intorbidamente legato ad una bellezza dell'est.... Che ogni tanto c'è e ogni tanto no....
Escludiamo per decoro il parentado... Ma vi avviso che non porterebbe ad un aumento numerico degno di nota.
Oggi, nello specifico, ce l'ho con la moglie del soggetto maritato del gruppetto eterogeneo. La medesima, proveniente d'oltralpe dal regno della Tourre Eiffel, verrà di seguito identificata con un nome di pura fantasia che però rende bene l'idea: Carlà.
Carlà non fa nulla. O meglio: bada al focolare domestico ed al pupo. Il cui nome (rigorosamente di fantasia), Xavier, viene rigorosamente italianizzato dal mio, di pupo, che con tutta evidenza ha manie mu*solinian*..., in Saverio.
Carlà, pur non facendo il suddetto nulla, in quelle cinque volte l'anno che ci si vede a mangiare una pizza in compagnia fa sempre notare:
A) che in pizzeria è bello, sì... ma a casa di più perché i bimbi si trovano meglio (Eccccerto! Il suo sta inchiodato al tavolo e non si alza manco quando andiamo a pagare! Il mio vaga per tutti i tavoli vicino a socializzare e la sottoscritta, visto che deve fungere da unico genitore - essendo l'altro impegnato a chiacchierare con gli ex compagni del liceo delle minchion*te che facevano all'epoca sbellicandosi dalle risa al ricordo delle mitiche gesta con conseguente culo incollato alla sedia - del pargolo vagante, mangia a spizzichi e bocconi una pizza mezza congelata);
B) che a casa i bimbi giocano liberamente (Eccccerto! Tanto io non ho neeeeesssssssssunissimo problema a riordinare i 500 ettari quadrati di giocattoli che Saverio e PP tirano in giro, visto che PP - anche se il concetto gli sta entrando piano piano nella testolina furbina - e Saveriuccio suo, di un anno più grande, non mettono a posto un ca*zo!);
C) che a casa si sta più tranquilli e che nessuno, a fine cena, ci manda via (Ecccerto! A me piace avere la casa piena di gente che senza fretta non se ne va....);
D) che a casa si chiacchiera più liberamente (Ecccerto! I pupi possono lanciare tutti gli urli da guerra che ritengono, tanto noi si vive solo in condominio!);
E) che è meglio il venerdì sera perché lei, consorte e prole, nel week end vanno oltralpe da grand-maman e grad-papa (Eccccerto! Tanto sono io che lavoro a tempo pieno tutta settimana... Mica lei che sta a casa!);
F) che è  meglio sul presto perché i bambini in Franscia mangiano presto, intorno alle 17/17 e 30  e che se si fa troppo tardi diventa un problema (Eccerto! Tanto sono io che lavoro fino alle sette passate ed alle otto devo accogliere la comitiva con un sorriso a 35.000 denti facendo fare un rally a Marito - che finisce anche lui alle 7 - per recuperare in tempo PP e riportarlo a casina dal loco di collocazione... Mica lei!);
G) che lei porta il dolce, sottintendo espressamente che ci degna della sua presenza in un loco diverso dalla sua dimora abituale (Ecccerto! Mo che famo? Famo pure che oltre a scapicollarmi con le pulizie devo anche mettere in pratica quanto appreso da Cake Design Italia?).
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A Carlà... Ma va a cagà, va!


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